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Ri…Partiamo!

Usciamo da pochi giorni, forse timidamente, da una lunga quarantena che ci ha visto tutti in un repentino e traumatico cambiamento di vita: in poche ore abbiamo dovuto riorganizzare le nostre abitudini, la nostra vita sociale, il nostro lavoro, gli affetti, la famiglia, gli amici.

Improvvisamente ci siamo trovati dentro le nostre mura di casa, imprigionati, impauriti, isolati, spaesati.

Forse molti dei nostri nonni ci hanno narrato i loro ricordi di guerra, quando, durante i bombardamenti, stavano tutti in “bunker domestici improvvisati” aspettando che il rumore assordante cessasse.

Stavolta dall’esterno arrivava solo un assordante silenzio: le città, solitamente affollate e rumorose, improvvisamente deserte, mute. Il nostro nemico, stavolta, era silenzioso e invisibile. Probabilmente abbiamo avuto paura.

Così nelle prime settimane i social ci hanno coinvolto in canti e musiche dalle finestre e dai balconi: abbiamo conosciuto pure i nostri vicini di casa, dei quali non conoscevamo nemmeno i nomi pur abitando in quel condominio da oltre 10 anni! Siamo riusciti a sentirci così più vicini in una situazione assolutamente surreale. Per sentirci meno soli.

I Tg, le trasmissioni televisive e radiofoniche, il web, i social: monotematiche, tutto il resto scomparso.

Abbiamo ascoltato, abbiamo seguito i dati quotidiani della Protezione Civile e le opinioni di tutti i virologi del mondo, abbiamo visto scene mandate in onda dai Tg che non avremmo mai voluto vedere perché li fuori, fuori dalle nostre mura domestiche, un “mostro invisibile” mieteva vittime, ogni giorno sempre di più.

Nel frattempo il lavoro in smart working, nel frattempo le lezioni online dei figli, nel frattempo saracinesche chiuse, nel frattempo corsi online, nel frattempo il lavoro fermo per molti, nel frattempo gli unici abitanti delle strade solo chi quelle strade le ha sempre abitate e anche loro, improvvisamente soli. Nel frattempo tante pizze e pane fatti in casa, tante videochat con gli amici e con chi, della famiglia, era rimasto imprigionato e isolato in qualche altra parte dell’Italia, lontano.

Sono stati mesi duri, pesanti, difficili, per gran parte di noi.

Abbiamo sognato il momento in cui avremmo potuto riabbracciare, o quantomeno rivedere con la dovuta “distanza di sicurezza”, i nostri affetti più cari, i nostri amici, i nostri familiari, i nostri amori.

Abbiamo sognato viaggi, ma anche un semplice aperitivo in compagnia ci sarebbe bastato per essere felici e per darci un senso di normalità e di ritorno alla vita.

Ma come ogni tempesta, arriva sempre il sereno dopo, forse non subito, forse non rapidamente, ma arriva ed è una certezza.

Siamo potuti finalmente uscire da casa, anche senza la dovuta autocertificazione, le saracinesche si sono finalmente riaperte, non tutte però, purtroppo.

Per molti il lavoro ripartirà, con grandi difficoltà e incertezze, ma ripartirà.

Roma, come molte altre città turistiche della nostra Italia, è strana senza i pullman e i flussi di turisti che invadono le strade del centro, quasi irriconoscibile ma è troppo bella per non diventare di nuovo e molto presto meta di visitatori da ogni parte del mondo.

Ogni cosa riprenderà vita, forse in maniera diversa, sicuramente con abitudini che abbiamo dovuto imparare in questi lunghi ultimi mesi: le mascherine, il gel igienizzante in tasca, la distanza di sicurezza, probabilmente ancora con qualche timore ma adesso abbiamo imparato a convivere con quel ”mostro invisibile” che prima ci ha disarmati, ora ci ha preparati a sufficienza per poterlo tenere a distanza, con qualche attenzione in più e un nuovo modo di stare fuori casa e in compagnia.

Ma…riprenderemo le redini delle nostre vite.

Piano piano…RI…PARTIREMO!!!

Un giorno piovoso a Trastevere, tra i dipinti di Raffaello e le fotografie in bianco e nero di Lisetta Carmi

Anche in una giornata piovosa è possibile visitare e ammirare le ricchezze di Roma, nel bellissimo quartiere di Trastevere, così il nostro tour comincia a Villa Farnesina, in Via della Lungara.

Questa fastosa residenza fu commissionata dal banchiere Agostino Chigi a Baldassarre Peruzzi che arricchì le sale principali di meravigliosi dipinti dei più celebri artisti del ‘500 quali Raffaello, Giulio Romano, il Sodoma e Raffaellino del Colle.

I meravigliosi capolavori di Raffaello e degli artisti della sua scuola possono essere ammirati soprattutto nella Loggia di Psiche all’interno della quale sono rappresentate le celebri Storie di Amore e Psiche e nella sala di Galatea, così detta dall’affresco di Galatea, opera di Raffaello per il quale fece da modella la famosa cortigiana Imperia amata da Agostino Chigi e che, ad oggi, risulta uno dei maggiori capolavori dell’artista urbinate.

Ammirate le opere pittoriche di Raffaello, una passeggiata sotto l’ombrello ci porta a Piazza Sant’Egidio: qui la recente opera iper-realista in bronzo, realizzata dallo scultore canadese Timothy P. Schmalz, che rappresenta un senzatetto rannicchiato su una panchina totalmente avvolto da una coperta, ci conduce, forse in maniera quasi spontanea, alla “Trattoria degli Amici”, un’osteria speciale: gestita da una cooperativa sociale promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, in questa trattoria lavorano persone con disabilità affiancate da professionisti e amici, un importante progetto sociale quindi che abbiamo così potuto sostenere e al quale siamo stati molto contenti di contribuire, nel nostro piccolo, gustando un ottimo pranzo di cucina romana in un ambiente molto carino e accogliente.

Dopo l’ottimo pranzo, senza nemmeno riaprire l’ombrello, solo pochi passi verso il Museo in Trastevere che si trova di fronte, per ammirare la Mostra Fotografica (fino al 3 marzo) di Lisetta Carmi, uno straordinario percorso fotografico che racconta, attraverso scatti in bianco e nero, i tre temi, molto differenti tra loro, della metropolitana parigina, dei travestiti e della Sicilia. Un capolavoro fotografico che suggerisco assolutamente di non perdere!

Riapriamo l’ombrello e decidiamo di visitare, in pochi passi, la Chiesa di Santa Maria in Trastevere: la Basilica conserva il suo aspetto medievale nonostante numerose ristrutturazioni e ricostruzioni siano avvenute nel corso dei secoli a partire dal 340, anno della sua prima costruzione.

La facciata, adornata di meravigliosi mosaici dorati, anticipa gli stupefacenti mosaici dell’abside che mettono in meno risalto le bellezze delle decorazioni e dei dipinti delle cappelle laterali, delle colonne che costituiscono le tre navate e dell’Altare Maggiore. A sinistra dell’Altare Maggiore si può visitare la Cappella Altemps, decorata in stile barocco, dove si può ammirare la Madonna della Clemenza, un’immagine della Vergine a dimensioni naturali.

Sotto il portico della Basilica, vicino l’entrata della chiesa, si trova la scultura di Sant’Antonio, famosa per concedere i desideri ai propri devoti. Sono molte le persone che qui offrono al santo le loro richieste.

Nonostante la pioggia incessante, impossibile non goderci i negozi e le strade caratteristiche di questo incantevole quartiere, quindi in giro sotto l’ombrello per esplorare i vicoli e gustare un the speziato pomeridiano o un delizioso aperitivo.

La pioggia non ferma le bellezze di questa città eterna, ricca di storia, di arte e di cultura, anzi, in un certo senso, fa splendere ancora di più la pavimentazione di sanpietrini delle strade e dei vicoli storici rendendo tutto ancora più affascinante.

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Imprevedibile e creativo Esquilino: a passi di Tango al Gatsby Cafè

Capita, in una calda sera di fine luglio, di passeggiare per le strade dell’Esquilino e trovare chi volteggia armoniosamente a passi di tango, sotto gli archi di Piazza Vittorio. Accade al Gatsby Cafè, dove un tempo sorgeva l’antica cappelleria Venturini. Un particolare bistrot in stile nord europeo, ricavato dalla storica cappelleria, di cui manterrà lo stile anni ’50.

L’idea è nata dall’amore per il quartiere di Luca Della Valle, fotografo professionista, e da Gianluca Giordano, ingegnere e imprenditore, che hanno deciso di recuperare un angolo della piazza per creare un punto di incontro per tutta la zona.

Una sfida importante, per un quartiere che nell’ultimo decennio sembrava aver perso una sua identità.

Il nome Gatsby è quello di un famoso cappello, oltre a ricordare il romanzo di Francis Scott Fitzgeral: intorno allo stile retrò si sviluppa il design del locale che non vuole dimenticare la sua storia e le sue origini: per questo la ristrutturazione ha voluto comunque mantenere fedeltà alla sua storia e all’interno si continueranno a vendere cappelli, grazie anche alla collaborazione dello stilista londinese che produce i Dasmarca.

Il bistrot è aperto dalle 7 fino a sera inoltrata. 

Ottime colazioni con torte, muffins e yogurt con marmellate e cereali, poi il pranzo con panini gourmet e classici, insalate, bagel e piatti del giorno. L’aperitivo ha un tocco internazionale, con la scelta della formula tapas, vegetariane, vegan e non, per continuare con taglieri di salumi e formaggi laziali. Il sabato e la domenica è previsto il brunch. Tutte le proposte gastronomiche sono ben curate e studiate per mantenere alta l’attenzione sulla qualità degli ingredienti, nel rispetto della variegata identità multietnica di sapori che caratterizza il quartiere dell’Esquilino.

I cocktail alcolici puntano invece alle specialità alchemiche, ispirandosi alla tradizione esoterica dell’Esquilino.

Il locale si sviluppa su tre piani: un laboratorio a vista al primo piano, un salotto che ospita varie attività a tema e una terrazza interna.

Il progetto e l’impresa non facile di riappropriarsi di uno spazio dalle grandi potenzialità e di ridare la giusta identità ad un quartiere per anni dimenticato, restituisce la voglia di viverlo agli abitanti del quartiere e di improvvisare, perché no, qualche passo di tango!

 

Gatsby Cafè Roma, Piazza Vittorio Emanuele 106, Roma. Tel. 3470991327

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