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Un giorno piovoso a Trastevere, tra i dipinti di Raffaello e le fotografie in bianco e nero di Lisetta Carmi

Anche in una giornata piovosa è possibile visitare e ammirare le ricchezze di Roma, nel bellissimo quartiere di Trastevere, così il nostro tour comincia a Villa Farnesina, in Via della Lungara.

Questa fastosa residenza fu commissionata dal banchiere Agostino Chigi a Baldassarre Peruzzi che arricchì le sale principali di meravigliosi dipinti dei più celebri artisti del ‘500 quali Raffaello, Giulio Romano, il Sodoma e Raffaellino del Colle.

I meravigliosi capolavori di Raffaello e degli artisti della sua scuola possono essere ammirati soprattutto nella Loggia di Psiche all’interno della quale sono rappresentate le celebri Storie di Amore e Psiche e nella sala di Galatea, così detta dall’affresco di Galatea, opera di Raffaello per il quale fece da modella la famosa cortigiana Imperia amata da Agostino Chigi e che, ad oggi, risulta uno dei maggiori capolavori dell’artista urbinate.

Ammirate le opere pittoriche di Raffaello, una passeggiata sotto l’ombrello ci porta a Piazza Sant’Egidio: qui la recente opera iper-realista in bronzo, realizzata dallo scultore canadese Timothy P. Schmalz, che rappresenta un senzatetto rannicchiato su una panchina totalmente avvolto da una coperta, ci conduce, forse in maniera quasi spontanea, alla “Trattoria degli Amici”, un’osteria speciale: gestita da una cooperativa sociale promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, in questa trattoria lavorano persone con disabilità affiancate da professionisti e amici, un importante progetto sociale quindi che abbiamo così potuto sostenere e al quale siamo stati molto contenti di contribuire, nel nostro piccolo, gustando un ottimo pranzo di cucina romana in un ambiente molto carino e accogliente.

Dopo l’ottimo pranzo, senza nemmeno riaprire l’ombrello, solo pochi passi verso il Museo in Trastevere che si trova di fronte, per ammirare la Mostra Fotografica (fino al 3 marzo) di Lisetta Carmi, uno straordinario percorso fotografico che racconta, attraverso scatti in bianco e nero, i tre temi, molto differenti tra loro, della metropolitana parigina, dei travestiti e della Sicilia. Un capolavoro fotografico che suggerisco assolutamente di non perdere!

Riapriamo l’ombrello e decidiamo di visitare, in pochi passi, la Chiesa di Santa Maria in Trastevere: la Basilica conserva il suo aspetto medievale nonostante numerose ristrutturazioni e ricostruzioni siano avvenute nel corso dei secoli a partire dal 340, anno della sua prima costruzione.

La facciata, adornata di meravigliosi mosaici dorati, anticipa gli stupefacenti mosaici dell’abside che mettono in meno risalto le bellezze delle decorazioni e dei dipinti delle cappelle laterali, delle colonne che costituiscono le tre navate e dell’Altare Maggiore. A sinistra dell’Altare Maggiore si può visitare la Cappella Altemps, decorata in stile barocco, dove si può ammirare la Madonna della Clemenza, un’immagine della Vergine a dimensioni naturali.

Sotto il portico della Basilica, vicino l’entrata della chiesa, si trova la scultura di Sant’Antonio, famosa per concedere i desideri ai propri devoti. Sono molte le persone che qui offrono al santo le loro richieste.

Nonostante la pioggia incessante, impossibile non goderci i negozi e le strade caratteristiche di questo incantevole quartiere, quindi in giro sotto l’ombrello per esplorare i vicoli e gustare un the speziato pomeridiano o un delizioso aperitivo.

La pioggia non ferma le bellezze di questa città eterna, ricca di storia, di arte e di cultura, anzi, in un certo senso, fa splendere ancora di più la pavimentazione di sanpietrini delle strade e dei vicoli storici rendendo tutto ancora più affascinante.

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Imprevedibile e creativo Esquilino: a passi di Tango al Gatsby Cafè

Capita, in una calda sera di fine luglio, di passeggiare per le strade dell’Esquilino e trovare chi volteggia armoniosamente a passi di tango, sotto gli archi di Piazza Vittorio. Accade al Gatsby Cafè, dove un tempo sorgeva l’antica cappelleria Venturini. Un particolare bistrot in stile nord europeo, ricavato dalla storica cappelleria, di cui manterrà lo stile anni ’50.

L’idea è nata dall’amore per il quartiere di Luca Della Valle, fotografo professionista, e da Gianluca Giordano, ingegnere e imprenditore, che hanno deciso di recuperare un angolo della piazza per creare un punto di incontro per tutta la zona.

Una sfida importante, per un quartiere che nell’ultimo decennio sembrava aver perso una sua identità.

Il nome Gatsby è quello di un famoso cappello, oltre a ricordare il romanzo di Francis Scott Fitzgeral: intorno allo stile retrò si sviluppa il design del locale che non vuole dimenticare la sua storia e le sue origini: per questo la ristrutturazione ha voluto comunque mantenere fedeltà alla sua storia e all’interno si continueranno a vendere cappelli, grazie anche alla collaborazione dello stilista londinese che produce i Dasmarca.

Il bistrot è aperto dalle 7 fino a sera inoltrata. 

Ottime colazioni con torte, muffins e yogurt con marmellate e cereali, poi il pranzo con panini gourmet e classici, insalate, bagel e piatti del giorno. L’aperitivo ha un tocco internazionale, con la scelta della formula tapas, vegetariane, vegan e non, per continuare con taglieri di salumi e formaggi laziali. Il sabato e la domenica è previsto il brunch. Tutte le proposte gastronomiche sono ben curate e studiate per mantenere alta l’attenzione sulla qualità degli ingredienti, nel rispetto della variegata identità multietnica di sapori che caratterizza il quartiere dell’Esquilino.

I cocktail alcolici puntano invece alle specialità alchemiche, ispirandosi alla tradizione esoterica dell’Esquilino.

Il locale si sviluppa su tre piani: un laboratorio a vista al primo piano, un salotto che ospita varie attività a tema e una terrazza interna.

Il progetto e l’impresa non facile di riappropriarsi di uno spazio dalle grandi potenzialità e di ridare la giusta identità ad un quartiere per anni dimenticato, restituisce la voglia di viverlo agli abitanti del quartiere e di improvvisare, perché no, qualche passo di tango!

 

Gatsby Cafè Roma, Piazza Vittorio Emanuele 106, Roma. Tel. 3470991327

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San Vito di Cadore: un piccolo angolo di paradiso

Ho conosciuto per la prima volta questa deliziosa località montana, San Vito di Cadore,  soprannominata “la piccola Cortina”, un piccolo angolo di paradiso dove la fresca aria della montagna si fonde in uno scenario panoramico mozzafiato, a soli 11 km da Cortina.

San Vito di Cadore è posizionato in una verde e incantevole conca ai piedi di maestose montagne: il monte Antelao, che, con i suoi 3.264 m di altezza, è la seconda montagna più alta dopo la Marmolada ed è per questo anche conosciuto come Re delle Dolomiti; il monte Marcora, che fa parte del gruppo del Sorapiss, uno dei gruppi montuosi più importanti delle Dolomiti; il monte Pelmo, altrimenti noto come el Caregón de ‘l Padreterno (il Trono del Padreterno).

Per quanto io non sia mai stata una “montanara abituale” e nemmeno una abile sciatrice, l’atmosfera fresca della montagna e il calore del legno delle case, il tutto incorniciato da un paesaggio mozzafiato, sono un mix perfetto per allontanarsi dalle alte temperature cittadine e dal caos della città.

In giro per qualche giorno in questa meravigliosa location, ho potuto godere della tranquillità del posto: i tempi lenti mi hanno ricordato la mia “lentezza” siciliana, mi sono sentita un po’ come a casa nonostante lo scenario fosse totalmente nuovo e molto diverso da quello al quale sono stata da sempre abituata con la montagna dell’Etna.

Tanti ciclisti, tante persone in tenuta da trekking pronte ad esplorare itinerari e percorsi che sicuramente regalano scorci altrimenti sconosciuti e impossibili da raggiungere con l’auto.

Il panificio storico “Fiore” offre una moltitudine di varietà di pane, biscotti e dolci, ma anche vino e birra locale: una folla davanti l’entrata attende anche che la pasta fatta istantaneamente da loro (tortelloni, gnocchi…) sia pronta. Qui impossibile non assaggiare la tipica torta al cioccolato senza farina o la torta di grano saraceno con una squisita marmellata.

La domenica mattina dei mesi estivi c’è un mercato di prodotti tipici locali e di artigianato: oggetti fatti con le varietà di legno del territorio.

La “piccola Cortina”, al contrario di Cortina, la sera è una località molto tranquilla, non chiassosa, con i tempi di chi la mattina si alza presto per esplorare nuovi percorsi da trekking o da mountain bike.

Una visita al tramonto al villaggio di Vinigo di Vodo di Cadore Valboite: sembra sia uno degli insediamenti più antichi del Cadore e qui sembra che il tempo si sia fermato ad un secolo fa. Vinigo è situato tra due torrenti: ad ovest Rudan, e ad est Ruinian che dall’Antelao scende attraversando Peaio, e ad est Ruinian le cui acque, provenienti dallo stesso monte, nella loro corsa verso il Boite azionavano un tempo le macine di ben tre mulini situati nei pressi del paese.

Desiderosa di una cena locale ma non necessariamente tradizionale, mi sono affidata all’intuito e ho scelto la trattoria “Il Vizietto”: ottima scelta! Ho lasciato che lo chef Marco, un ragazzo romano proprietario del ristorante, mi suggerisse qualcosa di particolare e compatibile con me che sono vegetariana, la scelta in realtà era tanta e non ho avu

to alcuna difficoltà.

Il risotto con cipolla “bruciata”, gorgonzola e burrata gelificata mi ha totalmente conquistata!

Una ricottina con marmellata di fichi senapata e un misto di verdure di stagione con aromi speziati sono stati il mio squisito secondo. Una trattoria promossa a pieni voti nella mia ultima sera a San Vito di Cadore, un luogo incantato che il giorno seguente lasciavo alle mie spalle non facilmente mentre iniziavo il mio lungo percorso verso la capitale.

Quando si scoprono questi angoli di paradiso, impossibile salutarli con un “addio” ma “a presto” è ciò che si ripete più volte mentre si percorre la strada che attraversa le maestose montagne per raggiungere l’autostrada, un ultimo sguardo indietro a quello scorcio di Dolomiti, al fresco profumo di sapori e di paesaggi unici.

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