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Le Vele di Richard Meier: una “nave che ci condurrà verso un mondo nuovo”

La Chiesa di Dio Padre Misericordioso a Tor Tre Teste.

Vincitore del Concorso Internazionale indetto dal Vicariato di Roma nel 1996, l’Architetto Richard Meier realizza la costruzione di una Chiesa nel quartiere periferico di Tor Tre Teste in occasione del Giubileo del 2000: la Chiesa di Dio Padre Misericordioso o anche detta la Chiesa del Giubileo.

ll progetto molto ambizioso di Meier si sviluppa attraverso gli elementi di spazio, forma, luce, in un disegno che rappresenta metaforicamente una “nave che ci condurrà verso il Terzo Millennio”.

Le tre imponenti vele, tre è il numero che rappresenta la Trinità, sono collegate tra loro da ampie vetrate attraverso le quali la luce naturale ed i suoi molteplici e variabili mutamenti filtrano all’interno, rendendo lo spazio in costante relazione con il cielo ed i suoi colori e donando dinamicità alle forme.

La scelta del colore bianco per l’intera struttura, colore preferito e predominante nei progetti di Meier, rende le forme leggere ed è “il colore più bello in assoluto, perché dentro di esso si possono vedere tutti i colori dell’ arcobaleno. Il biancore del bianco non è mai solo bianco; è sempre trasformato almeno dalla luce e da ciò che sta cambiando; il cielo, le nuvole, il sole e la luna. La luce è il mezzo che ci permette di percepire e vivere ciò che noi chiamiamo sacro. La luce è all’origine di questo edificio. E come una nave, dovrà condurre l’umanità attraverso il terzo millennio” (Richard Meier).
Un’architettura, come la definisce lo stesso architetto, che connette ciò che è tangibile con ciò che è intangibile.

All’interno la concavità delle vele sembra un guscio che si contrappone e quasi sostiene le vetrate verso il cielo.
Per l’edificazione delle vele sono stati realizzati, in collaborazione con l’Italcementi, 256 pannelli, detti “conci”, prefabbricati autoportanti e autopulenti, costituiti da un conglomerato speciale di polveri di marmo di Carrara e additivi di ossido di titanio.

La forma dell’altare rievoca anche all’interno l’immagine della “barca”: l’altare infatti si trova ad occidente proprio perchè nella simbologia cristiana il sole ha sempre indicato Gesù come “luce del mondo” e la posizione dell’altare ad oriente evidenzia così il luogo dove Gesù “sorge” attraverso la Celebrazione Eucaristica, così come ad oriente sorge il sole. La facciata della navata, che simboleggia la “prua della barca”, si trova ad oriente, mentre l’altare si trova a “poppa” dove in genere si trova il motore di una nave.

Andai a visitare la prima volta il cantiere a lavori già avviati e fui molto felice di seguirne le varie fasi, con l’Università di Architettura Roma Tre.
Molto spesso rimanevo incantata, ammirando dal basso verso l’alto, la maestosità delle vele che nelle sue crescenti fasi di costruzione, si elevavano verso il cielo.
Altre volte mi soffermavo per più tempo all’interno, apprezzandone la semplicità delle forme e nello stesso tempo ne avvertivo il senso di purezza e sacralità, suggerito dal biancore e da quel filo diretto con l’infinito, il cielo, che le immense vetrate invitano ad ammirare.
Non vedevo l’ora di vedere l’opera compiuta.

L’inaugurazione della Chiesa di Dio Padre Misericordioso avviene nel 2003, in presenza dell’Architetto Richard Meier che ha spiegato le sue scelte architettoniche e i suoi obiettivi.

Sebbene possa apparentemente sembrare un’opera in contrapposizione con l’immenso patrimonio architettonico e archeologico della città di Roma, rappresenta invece la continuità di dialogo tra antichità e contemporaneità, continuità di dialogo che l’Architetto Richard Meier riproporrà con il progetto per il Museo dell’Ara Pacis, inaugurato il 21 Aprile del 2006 in occasione del Natale di Roma.

Indirizzo: Largo Terzo millennio, 8
Zona: Quartiere Alessandrino (Roma est)
Telefono: +39 06 2315833
Fax: +39 06 2315833
Sito web: www.diopadremisericordioso.it
Email: corrubo@libero.it
Facebook:http://www.facebook.com/pages/Dio-Padre-Misericordioso/370140806375946
Twitter: http://twitter.com/ParrocchiaDpm
ORARIO:
Tutti giorni ore 7.30-12.30 / 16.00-19.30
Durante le celebrazioni non è consentito visitare la Chiesa.

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“Un passo dal cielo” nella splendida location del Cadore

Lago di Mosigo, San Vito di Cadore

Sono cominciate proprio in questi giorni e dureranno fino a settembre, le riprese della Fiction di Rai 1 “Un passo dal cielo” che, per la sua 6’ edizione, sceglie la meravigliosa e affascinante location del Cadore.

Il primo ciak sarà sul Lago di Mosigo, incantevole lago circondato  da un fitto bosco di pini e abeti, area definita “polmone verde” perchè si tratta di un sito di alta qualificazione naturalistica, abitata da molte specie di animali selvatici e frequentata dagli uccelli al passo.

Questo meraviglioso specchio d’acqua è una cornice perfetta al paesaggio che si può ammirare dal fondovalle mentre la Croda Marcorà e l’Antelao, visibili da qui, mostrano tutta la loro straordinaria bellezza.

Le riprese di “Un passo dal cielo” rappresentano un’importante opportunità per il territorio: prima grande produzione ad arrivare in Veneto dopo il lockdown, segnale molto positivo di una ripresa, non solo dal punto di vista cinematografico ma anche produttivo ed economico di tutta la regione. Una ripresa anche nel settore turistico, settore che fa ancora molta fatica a ripartire in Italia, soprattutto nelle città d’arte.

A fare da cornice alle vicende e ai casi del comandante della Guardia Forestale Francesco Neri (Daniele Liotti) alcuni tra i più suggestivi luoghi della regione Veneto: dal Lago di San Vito alle strade di Padola nel Comelico Superiore, passando per Cortina d’Ampezzo e i paesaggi meravigliosi del comune di Auronzo di Cadore, come il Monte Piana, il lago Antorno e il lago di Misurina.

Fermento, curiosità e un motivo in più per visitare questa zona del Veneto che in questo periodo dell’anno offre un paesaggio mozzafiato e moltissime attività da svolgere all’area aperta e a contatto con la natura.

Ideale location per un viaggio in solitaria, per un weekend romantico e di totale relax, per le famiglie e gruppi di amici.

Le attività sono davvero tantissime e le lunghe giornate si arricchiscono di aria fresca e pulita, di panorami da cartolina, di scoperte enogastronomiche, di tempi lenti che seguono la luce del sole.

Vista dall’appartamento “The Mountain View IN San Vito di Cadore”

Parco Naturale presso Park Des Dolomites, Borca di Cadore

San Vito di Cadore

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Passeggiata in vespa tra le “Città del Tufo” di Pitigliano, Sorano e Sovana

Vespa Tour tra i Borghi medievali e rinascimentali della Maremma

L’appuntamento è verso le 11 per un fresco aperitivo a casa di Fabrizio, vespista DOC, alle porte di Pitigliano, sotto il portico della sua casa in campagna.

Vespa Club Orvieto presente ma anche qualche vespista del Vespa Club Pistoia e persino Vespa Club Catania, tutti pronti per un meraviglioso tour tra le “Città del Tufo” di Pitigliano, Sorano e Sovana, borghi medievali e rinascimentali incastonati nella pietra caratteristica della zona, il tufo appunto.

 

Passeggiare in vespa tra le strade della Maremma è un continuo guardarsi attorno tra le distese di coltivazione di vigneti e il profumo di un ottimo vino che a breve degusterai, distese di girasole, incantevoli casali immersi tra i cipressi.

Dopo un breve e piacevole percorso, la prima tappa è Sorano, piccolo borgo di origine etrusca, nel Medioevo appartenuto poi alla famiglia degli Aldobrandeschi che lo cinse di mura, successivamente fu della famiglia romana degli Orsini e infine venne inglobato nel Granducato di Toscana. Sorano, terza città del tufo della provincia di Grosseto, si trova alle pendici del Monte Elmo ed è uno dei punti di riferimento del Parco Archeologico e Naturalistico inaugurato nel 1998 che comprende tre aree di grande interesse storico che si estendono in una superficie di 60 ettari.

L’imponente Fortezza Orsini, costruita dagli Aldobrandeschi nel XII secolo, meriterebbe una visita all’interno ma noi procediamo per i vicoli del borgo, in sella alle nostre vespe, ammirando le costruzioni di tufo di abitazioni ben ordinate e curate, adornate di fiori.

Meriterebbe un percorso a piedi la Necropoli etrusca di San Rocco che si trova lungo la strada provinciale in direzione di Sovana, ad un paio di chilometri dal centro abitato di Sorano, ricca di pareti scolpite e di incisioni medievali.

Del Parco Archeologico Città del Tufo fa parte anche Sovana, borgo medievale perfettamente conservatosi nei secoli. Apparentemente isolato dal resto della città perché caratterizzato da stili architettonici differenti, dal longobardo al gotico, in contrasto con lo stile architettonico circostante,  il Duomo di Sovana si trova sul lato occidentale dello sperone di tufo che domina la vallata della necropoli ed è uno degli esempi di arte cristiana più significativi e particolari presenti nella valle del Fiora.

Per il nostro pranzo raggiungiamo “Sovanella”, Agriturismo gestito dalla proprietaria Alessia, ottima cuoca di una cucina tipica locale. Nel mio menù (vegetariano) della Maremma non possono mai mancare i “pici all’aglione”, tipico piatto della tradizione contadina che, diffuso dalla Val di Chiana a tutta la Toscana, rappresenta la cucina genuina e dai sapori decisi. I pici sono un tipo di pasta fatta di farina e acqua dalla forma allungata, quasi  come spaghettoni, lunghi una trentina di centimetri e larghi come un bucatino, tipici della zona di Siena ma diffusi in tutta la Toscana. Di solito si condiscono con il sugo all’aglione, fatto con un tipo di aglio dalla forma più grande del più comune aglio e dal sapore meno forte e più gentile.

Un caffè per riprenderci dall’abbondante e gustosissimo pranzo e di nuovo in sella alle nostre vespe direzione Pitigliano.

Da lontano percorrendo la strada da Sovana si ammira Pitigliano in cima allo sperone di tufo e il suo splendido profilo di archi dell’acquedotto mediceo, fatto costruire nel 1600.

Soprannominata anche la “Piccola Gerusalemme”, Pitigliano fu sede di un’importante comunità ebraica che andò consolidandosi durante il 1500 fino a divenire una presenza estremamente significativa nella vita economica e politica del paese e nel 1800 fu definito per la prima volta la “Piccola Gerusalemme”. I primi gruppi di ebrei che giunsero a Pitigliano provenivano dalle vicine città che all’epoca erano sotto il controllo dello Stato della Chiesa. Perseguitati per anni questi uomini e donne trovarono protezione all’interno della contea ursinea dove svilupparono importanti attività economiche quali il commercio del grano. Nel 1598 venne eretta la sinagoga simbolo per l’eccellenza dell’importanza che ha assunto questa collettività in questo luogo. La prima metà del XIX secolo fu il periodo più fiorente per la popolazione ebraica che raggiunse la sua massima legittimazione dotandosi di importanti istituzioni come la Scuola di Mutuo Insegnamento e la biblioteca. Il declino fisiologico di questa aggregazione iniziò con l’unità di d’Italia con un progressivo spopolamento dell’area e la migrazione verso centri più grandi e ricchi. La lenta e continua migrazione proseguì fino al 1938 quando gli ebrei colpiti dalle leggi razziali abbandonarono definitivamente il paese.  Le vicende subite da questo popolo sono tutt’oggi parte integrante della memoria collettiva di Pitigliano e incarnata nel ghetto ebraico all’interno del quale si trovano le abitazioni e le botteghe simbolo del loro passaggio in questa terra.

All’ingresso del borgo la Fortezza Orsini, di origine aldobrandesca, si affaccia sui ripidi strapiombi della vallata grazie ai quali la città è stata perfettamente protetta nei secoli.  Anche qui Palazzo Orsini, una volta ugualmente appartenuto agli Aldobrandeschi, è l’edificio più importante, oggi sede di vari musei. Anche la Cattedrale dei SS. Pietro e Paolo merita una visita dopo aver attraversato il Ghetto Ebraico, tra vicoli ben curati e artigiani di prodotti locali.

Un itinerario alternativo e bellissimo per visitare le Città del Tufo di Sorano, Sovana e Pitigliano è anche attraverso la Vie Cave che unisce i tre borghi, un piacevole percorso tra antichità, storia e natura.

Un tour che meriterebbe molto più tempo a disposizione e molta più attenzione alle numerose ricchezze storiche e archeologiche da visitare e ammirare, quindi suggerisco di soffermarvi qualche giorno in questa meravigliosa zona della Maremma per poter godere del relax e delle bellezze che il territorio offre, come le vicine Terme di Saturnia.

Il nostro “Vespa Tour” si conclude con un fresco calice di vino bianco, rigorosamente locale, sotto il portico della casa di Fabrizio, ammirando il sole che tramonta su una distesa di vigneti.

 

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